Paolo VI beato. E dopo?

Paolo VI beato. E dopo?

Osservando la miriade di pubblicazioni su Papa Montini che stanno apparendo sorgono almeno due interrogativi: “Cosa resterà di tutto questo una volta passata la festa della beatificazione”? Ma soprattutto: “Cosa dovrà restare?”. Al primo si può rispondere se il secondo diventa stimolo a un impegno collettivo per non dimenticare. Conoscendo il suo stile schivo, dimesso, espresso anche nella volontà di non avere monumenti, si può immaginare che questo gli starebbe maggiormente a cuore: far rivivere la sua passione per l’uomo.

Paolo VI riscoperto

Paolo VI riscoperto

In un clima di Paolo VI renaissance diventa difficile trovare qualche aspetto nuovo che possa interessare i lettori di un quotidiano: tutto sembra ormai già scritto. Una riflessione però sembra si possa proporre: perché è stata necessaria la beatificazione per riscoprire un Papa che ora tutti dicono essere stato un innovatore nell’esercizio del ministero petrino? La domanda potrà apparire impertinente, ma è ineludibile, soprattutto se è rivolta ai bresciani.

Cosa resta dell’umano?

Cosa resta dell’umano?

Alcuni anni fa la sociologa canadese C. Lafontaine pubblicava un libro dal titolo provocatorio: La société postmortelle, tradotto anche in italiano con lo stesso titolo La società postmortale. In esso si dava conto di alcune tendenze riscontrabili nella cultura attuale, soprattutto medica: si starebbe tentando di prolungare la vita umana fino a cinquemila anni con il miraggio se non acquisire l’immortalità almeno di dominare tecnicamente la morte e con essa la vita. Di fonte a questo obiettivo ci si potrebbe spaventare o anche gloriare.

Il Diavolo

Nell’ottobre dello scorso anno la rivista Focus Storia dedicava un ampio servizio al diavolo. Come interpretare il fatto che un periodico divulgativo dedichi attenzione a tale argomento? Ritorno di visioni mitologiche? Sintomo di paure diffuse? Tentativo di dare voce a tendenze sotterranee dell’animo umano? Le ipotesi possono essere tutte plausibili. Di fatto si riscontra la rinascita di interesse per un tema che sembrava ormai relegato nelle anticaglie. Ne sono indizio non tanto i rari, benché eclatanti, episodi di satanismo venuti alla ribalta negli ultimi tempi, quanto il moltiplicarsi delle persone che fanno ricorso agli esorcisti: i cinque preti incaricati dal vescovo Luciano Monari per questo servizio di essere subissati di richieste, sebbene non sia facile discernere se si tratti effettivamente di casi di possessione diabolica o di turbe psichiche. Se poi si dà uno sguardo alla pubblicistica relativa alle pratiche di esorcismo, si resta impressionati della quantità di titoli. Ci si trova pertanto di fronte a un ritorno del diavolo?