Giancarlo Tamanza: Trasformazione e crisi delle relazioni familiari

Relatore: Giancarlo Tamanza

La comprensione delle trasformazioni che la famiglia sta affrontando richiede, in via preliminare, la messa a fuoco della sua identità. Che la famiglia sia un’organizzazione di relazioni, come il titolo suggerisce, non è scontato per molta parte della ricerca psicologica contemporanea. Non è però neppure sufficiente, in quanto occorre precisare la specificità di queste relazioni. La prospettiva clinico-relazionale, a differenza di molta parte della “psicologia scientifica” e del senso comune, non circoscrive tale specificità alle dimensioni dell’affettività e dell’espletamento delle funzioni primarie di accudimento, ma considera la famiglia come il dispositivo costitutivo dell’identità personale, nell’intreccio strutturale delle differenze proprie della realtà umana: la differenza di genere e di generazione. Alla nascita ciascuno riceve un patrimonio che include le sue potenzialità, ma anche il suo limite originario.

Mauro Magatti - Società post-industriale e fragilità delle relazioni

Relatore: Mauro Magatti

La cornice della nostra vita sociale è ormai irrimediabilmente cambiata: dall’euforia della crescita illimitata siamo passati all’angoscia della recessione e della violenza. Un cambiamento da prendere molto sul serio se, come ha scritto F. Neumann — grande studioso del nazismo — nelle moderne società di massa è proprio l’angoscia il movente principale per la formazione di regimi autoritari.

Adriano Fabris - AL PRINCIPIO C’È LA RELAZIONE

Relatore: Adriano Fabris

«Al principio c’è la relazione» è l’affermazione di Martin Buber nel libro Io e tu (1923), secondo il quale non è il soggetto che fonda la relazione, ma è questa a fondare quello. Egli si contrapponeva alla filosofia coeva del neokantismo, ma in generale contestava la mentalità moderna, centrata sull’io. Questa ha preso le mosse dall’uomo vitruviano di Leonardo e dal “cogito” di Cartesio che ha trasformato la verità nella certezza dell’Io e ha posto la relazione con sé stessi a fondamento della relazione con gli altri. Tale orientamento ha determinato con Kant anche la filosofia morale. Nell’Ottocento poi ha portato a esaltare la volontà dei pochi, degli “oltreuomini” (Nietzsche).

Lucia Mor: Faust, mito dell’individualismo moderno

Relatore: Lucia Mor

Da quando è comparso sulla scena letteraria europea, alla fine del Cinquecento, Faust non ha smesso di ispirare poeti e artisti. L’inquieto professore che scende a patti col diavolo non solo è protagonista di una serie infinita di riscritture, ma ha anche contaminato le arti figurative, la musica e il cinema. Da Marlowe a Calderón, da Goethe a Thomas Mann, da Bulgakov a Valéry, da Delacroix a Klee, da Berlioz a Boito, da Murnau a Sokurov... l’elenco, immenso e impossibile da dominare, documenta l’innegabile vitalità di questo mito, forse l’unico fra i miti moderni paragonabile alla potenza di quelli dell’antichità classica.