Se la tecnologia è alienazione

Se la tecnologia è alienazione

Appuntamento all’Accademia Cattolica

Domani pomeriggio alle ore 18,00, nella sede dell’Accademia Cattolica, in via Gabriele Rosa, 30, Diego Fusaro, docente di storia della filosofia presso l’Università “Vita – Salute San Raffaele” di Milano terrà una conferenza sulle “Tecnologie e le nuove forme di alienazione oggi”.

Non è raro vedere oggi coppie di giovani, sedute al ristorante, che anziché parlare fra loro, cliccano freneticamente sul loro I-phone comunicando con interlocutori lontani. Sembrano quasi estraniati dalle persone che stanno loro di fronte. L’estraniazione è il lato più negativo dell’alienazione. Viene spontaneo ricollegare questo concetto alla denuncia di Karl Marx verso quei rapporti di lavoro che anziché realizzare gli uomini, li spogliavano dei frutti delle loro fatiche e li rendevano schiavi delle macchine. Siamo ora di fronte a nuove e più sofisticate forme di schiavitù? Prima di rispondere conviene forse ritornare alle pagine che introdussero nella cultura il concetto di alienazione e fecero da insegnamento anche a Marx, quelle della Fenomenologia dello Spirito diHegel. In esse il filosofo idealista descriveva il rapporto drammatico fra la figura del servo e quella del signore al tempo della servitù della gleba. Il servo nella sua dipendenza totale dal signore sentiva ogni giorno «paura della morte, signora assoluta». Tuttavia attraverso il lavoro raggiungeva la coscienza di sé e del proprio valore, un valore più solido di quello del suo signore. L’alienazione era dunque un passaggio necessario verso la libertà. Dopo Hegel e Marx altri intellettuali si sono occupati del tema. Nel Novecento Heidegger lo ha visto fra l’altro nello spaesamento dell’uomo contemporaneo, privato di una patria, delle sue radici, in un mondo globalizzato. Sembra aver presagito quello che si sperimenta oggi: si vive a contatto con tutto il mondo e si trascura chi ci è vicino. Dobbiamo allora respingere la moderna tecnologia? Hegel direbbe di no e indicherebbe un’altra direzione. Dopo aver cercato se stessi andando al di fuori e rendendosi dipendenti dai nuovi signori, si può ritornare in sé, riscoprire il proprio valore e spegnere l’I-phone.