Baker- Escondidos en el heno

L’Accademia lancia la sfida alla scienza

Canobbio: «Oggi diverse prospettive filosofiche e scientifiche si scontranonel definire l’umano» Incontridal 2 ottobre con scienziati e ricercatori

L'Accademia Cattolica di Brescia non smette di stupire e, se possibile, di provocare con le sue proposte di riflessione, d'incontro e di confronto anche la parte di città dell'uomo più sorda e disinteressata.

«L' anno scorso - ha detto la presi- dente dell'Accademia France- sca Bazoli introducendo la conferenza stampa di presen- tazione - abbiamo invitato rap- presentanti di religioni diver- se chiedendo a ciascuno di spiegare il loromodo di essere e di proporsi di fronte all'uo- mo; quest'anno, con lo stesso spirito e lamedesima voglia di provocare per ottenere le ri- spostepiùconfacenti, chiedia- mo alla scienza di misurarsi con l'umano, con il suo futuro e con le sue contraddizioni». Certo,per entra re inuncapito- lo così complesso sarebbe pri- ma il caso di definire che cosa si intende per umano. SECONDO monsignor Giaco- mo Canobbio, direttore scien- tifico dell'Accademia Cattoli- ca, è la somma di tante e diver- se prospettive. «Chiunque vo- glia dire che cosa sia l'umano - haspiegato-nonpuòche aprir- si ad altre prospettive, senza però pregiudicare a priori quanto le diverse metodiche riesconoa coglieredel fenome- no umano». Oggi sembra pre- dominare il pensiero scientifi- co, che nel suo procedere avrebbe già «destituito della loro pretesa totalizzante - ha argomentato monsignor Ca- nobbio - quello filosofico e quello teologico». Conflitto di saperi e non piuttosto conver- genzapossibili di essi versoun comunedenominatore?«Que- sta - ha assicurato il direttore scientifico - è la sfida che l'Ac- cademia vuole, da qui in avan- ti e per un anno intero, affron- tare insieme conledueUniver- sità che operano a Brescia, quella Statale e quella Cattoli- ca, e alla Cooperativa Cattoli- caDemocratica di Cultura». Per rendersi conto della por- tata della sfida, basta scorrere ilprogramma che vienepropo- sto alla città e alla provincia a partiredal 2 ottobre (conferen- za del professor Mario De Ca- ro, dell'Università di Roma Tre) e fino al 16 maggio 2015 (convegno a più voci per ri- spondere alla domanda «che cosa resta dell'umano oggi?», ospitatonel saloneVanvitellia- no in Loggia). E proprio la complessità del programma sollecita un'altra domanda fondamentale: che futuro ci aspetta o,meglio,quale futuro si prospetta all'umano? «Nes- suno possiede la risposta - ha precisato monsignor Canob- bio -, perché nessuno può co- noscere tutto l'uomo». In so- stanza, siprocede perparziali- tà, sapendochenell'enciclope- dia dei saperi e del sapere og- gi, ciò che la scienza considera penultimo rischia immediata- mente di diventare ultimo. Maurizio Memo, pro rettore dell'Università degli Studi di Brescia, sottolineando il valo- re delle riflessioni che l'Acca- demia ha racchiuso nel suo programma, ha evidenziato il rischio del procedere a due ve- locità. «Chi riflette su scienza e umano - ha detto il professo- re -, sa che il rischiodascongiu- rare è quello di permettere che una società corra mentre un'altra fatica a camminare». STUZZICANDOcuriositànuove, Maurizio Memo si è chiesto e ha chiesto: «Riuscirà il cervel- loa capire il cervello?».Diffici- le rispondere adesso, ma vale la pensa tentare l'impresa. Giuseppe Nardella, un mate- matico della Cattolica, dichia- randosi fin da subito curioso di sapere come andrà a finire la ricercadell'umano,ha ricor- dato che «le leggi non dipen- dono dall'agire umano, ma la lorodestinazione sì».Di conse- guenza, servirebbe«maggiore circospezione»sia nel propor- le, sia nell'usarle. Infine, il plausodiAlbertoFranchi,pre- sidente della Ccdc e la racco- mandazione,meglio: l'invoca- zione,diCanobbioaffinché re- sponsabilità e libertà,elemen- ti correlati e distintivi dell' umano, trovino posto nella considerazione di quell’essere particolare, niente altro che persona, che è capacedipensa- re, amare, parlare e pregare.

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