Prof. Francesco Remotti, Prof. Massimo Bucciantini, Dr.ssa Aurelia Galletti, Prof. Antonio Autiero - Che cosa resta dell’umano oggi?

Prof. Francesco Remotti, Prof. Massimo Bucciantini, Dr.ssa Aurelia Galletti, Prof. Antonio Autiero - Che cosa resta dell’umano oggi?

sabato 16 maggio - ore 9:00
Salone Vanvitelliano – Piazza Loggia - Brescia

Un incontro conclusivo sul tema: “Che cosa resta dell’umano oggi”?

Interverranno:

  • la psicoterapeuta Dr.ssa Aurelia Galletti, Past-President di “Ariele Psicoterapia” (Brescia) e docente alla scuola di Psicoterapia “Coirag” (Milano);
  • il teologo Prof. Antonio Autiero - Professore emerito di teologia morale Università di Münster (Germania)
  • il Prof. Massimo Bucciantini - Università di Siena;
  • Prof. Francesco Remotti - professore ordinario di Antropologia culturale nell’Università di Torino


Divenire dèi. L’infinito moderno come perdita di umanità
Abstract di Francesco Remotti

La modernità si è sempre posta come una società o una cultura radicalmente diversa dalle altre, concepite tutte insieme come tradizionali o pre-moderne. La polemica contro i “costumi” è stato il suo tratto distintivo. Ma non è soltanto questo a conferire alla modernità il suo carattere antropologicamente inedito. È infatti possibile rintracciare nella modernità occidentale (e non solo occidentale) un’aspirazione più profonda e inquietante: quella di portare l’uomo ad essere sempre più simile a Dio nel saper dominare la natura e vincere la morte. Si può quindi parlare di una “deificatio moderna”: una volontà di diventare dèi o dio, fino al punto di scalzarlo e di prendere il suo posto, soprattutto realizzando sulla terra, con la tecnologia, la conquista dell’immortalità. Tipica di questa visione è l’idea di un progresso in-finito, senza limiti preventivi: una trasformazione non solo dell’ambiente, ma dello stesso anthropos, il cui carattere in-finito (e dunque intrinsecamente imprevedibile e incontrollabile) rischia di tradursi in una perdita drammatica di umanità.


Che cosa resta dell’umano oggi? Che cosa resta dell’umano oggi?
Una lettura etico-teologica

Abstract di Antonio Autiero

Pendolari tra euforia e sospetto, speranze e disincanto, di fronte alle acquisizioni delle scienze, sorge legittima la domanda sulla prospettiva di umanità che di volta in volta viene coinvolta e compromessa dalle applicazioni delle conoscenze scientifiche alla vita quotidiana e più in generale, all’immagine di uomo che vogliamo e possiamo incarnare e alla concezione di mondo nel quale desideriamo dimorare.

La lettura etica del tema, che l’intervento intende avviare, indaga anzitutto sulla semantica dei termini implicati dal titolo (“ciò che resta”), per recuperare l’andamento di sviluppo di quello che chiamiamo “umano”. Dal punto di vista filosofico e teologico si profilano principalmente le categorie di “natura umana” e di “diritto naturale”.

L’impatto delle neuroscienze viene accostato, poi, proprio in relazione alla ricaduta che esse hanno sul necessario ripensamento di queste categorie, centrali anche per la comprensione di libertà e responsabilità, all’interno del discorso etico.

Se l’umano viene considerato come “orizzonte” e non come “dato” (questa è la tesi che si vuole proporre!), allora emergono possibilità di intreccio tra disegno antropologico di tendenza (il télos dell’umano) e ricognizione delle condizioni di praticabilità del progetto uomo ( il pathos dell’umano) nel contesto della sua creaturalità.

Da queste possibilità di intreccio costruttivo nascono e si delineano sfide e compiti (l’ethos dell’umano) che vanno identificati e che possono ancora, anche oggi, realizzare la dimensione dell’umano.


Abstract del Prof. Massimo Bucciantini

Il mio intervento guarda al futuro parlando del passato. E prende avvio da “quel che resta” indicato nel titolo del convegno. Ma parlare di “fine” dell’umano ha un senso solo se rinviamo a un concetto di un’“unica umanità”. Il problema è che un’unica umanità non è sempre esistita. Perché umanità è un concetto storicamente acquisito, conquistato nella storia, e quindi come tale mai dato una volta per tutte, continuamente soggetto a cambiamenti e limitazioni.

About the Author

Dr.ssa Aurelia Galletti

Dr.ssa Aurelia Galletti

Past-President di “Ariele Psicoterapia” (Brescia) e docente alla scuola di Psicoterapia “Coirag” (Milano)
Psicologa, psicoterapeuta, psicosocioanalista, si occupa di individui, coppie e gruppi, come pure dei processi di formazione e trasformazione istituzionale nell'ambito dei servizi.

Prof. Antonio Autiero

Prof. Antonio Autiero

Nato a Napoli nel 1948, ha studiato filosofia e teologia a Napoli e a Roma, conseguendo la laurea in Filosofia (Istituto Universitario Orientale, Napoli) e il dottorato in Teologia morale (Accademia Alfonsiana - Università Lateranense, Roma).

Prof. Massimo Bucciantini

Prof. Massimo Bucciantini

Nato nel 1952, laureato nel 1982 presso l'Università di Firenze, dal 1991 ricercatore di storia della scienza. Attualmente è professore associato presso la Facoltà di Lettere e Filosofia II (Arezzo).
Collaboratore dell'Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, è direttore, insieme a Michele Camerota, della rivista Galilaeana - Journal of Galilean Studies.

Prof. Francesco Remotti

Prof. Francesco Remotti

Francesco Remotti, già professore ordinario di Antropologia culturale nell’Università di Torino, ha compiute ricerche etnografiche in Africa e riflessioni teoriche sull’identità e la somiglianza, oltre che sull’antropo-poiesi.