Riccardo Redaelli - L’assetto geopolitico mondiale tra nuovi equilibri e paure

Relatore Riccardo Redaelli, Professore Ordinario di Storia e istituzioni dell’Asia Dipartimento di Scienze Politiche Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Il sistema internazionale attuale è caratterizzato dalla complessità e instabilità con una crescente difficoltà per definire alleanze chiare e prevedere evoluzioni future.  Le sfide del sistema internazionale contemporaneo, evidenziano come il mondo sia passato da una struttura bipolare, tipica della Guerra Fredda, a una situazione multipolare o addirittura apolare. Negli anni ’90, gli equilibri globali erano relativamente semplici da comprendere: il mondo era diviso in due blocchi contrapposti, con relazioni facilmente interpretabili. Oggi, invece, le dinamiche sono estremamente frammentate, con una molteplicità di attori che agiscono contemporaneamente, rendendo difficile prevedere i futuri assetti internazionali.

Il sistema internazionale attuale è caratterizzato dalla complessità e instabilità con una crescente difficoltà per definire alleanze chiare e prevedere evoluzioni future.  Le sfide del sistema internazionale contemporaneo, evidenziano come il mondo sia passato da una struttura bipolare, tipica della Guerra Fredda, a una situazione multipolare o addirittura apolare. Negli anni ’90, gli equilibri globali erano relativamente semplici da comprendere: il mondo era diviso in due blocchi contrapposti, con relazioni facilmente interpretabili. Oggi, invece, le dinamiche sono estremamente frammentate, con una molteplicità di attori che agiscono contemporaneamente, rendendo difficile prevedere i futuri assetti internazionali.

L'Occidente, un tempo dominatore incontrastato, sta affrontando un rapido declino. L'Europa, in particolare, ha perso centralità sia politica che demografica. Nel 1950, gli europei costituivano il 22% della popolazione mondiale, mentre oggi rappresentano solo il 10%, una percentuale destinata a scendere al 6% entro fine secolo. Inoltre, la popolazione europea è sempre più anziana e frammentata, incapace di agire in modo unitario su questioni cruciali come politica estera ed economia. La mancanza di coesione tra i Paesi europei aggrava ulteriormente la sua marginalizzazione globale, trasformandola in una potenza periferica e ininfluente.

Questo declino è accompagnato dalla crisi delle organizzazioni sovranazionali, come l'ONU, che fatica a svolgere il suo ruolo in un contesto sempre più anarchico e hobbesiano, dove la forza prevale sul diritto. Negli anni ’90, si era cercato di promuovere un ordine internazionale basato sulla solidarietà e sulla sicurezza umana, un concetto che spostava l'attenzione dalla protezione degli Stati a quella delle persone. Tuttavia, questo approccio sembra svanire con la crisi del sistema occidentale, segnato dalla perdita di solidarietà e dalla crescente tendenza all’isolazionismo, soprattutto da parte degli Stati Uniti.

L’ascesa di movimenti anti-sistema negli USA, accelerata dalla presidenza Trump, ha contribuito a smantellare il sistema liberale internazionale. L'America sta tornando a un isolazionismo simile a quello degli anni ’30, rifiutando il ruolo di garante globale. Questa tendenza si riflette anche nella difficoltà di distinguere tra alleati e avversari, minando ulteriormente la stabilità internazionale.

Il Medio Oriente e l’Asia-Pacifico emergono come aree particolarmente critiche. In Medio Oriente, le tensioni tra Iran e Israele stanno superando le tradizionali "linee rosse", con il rischio di una escalation che potrebbe coinvolgere anche i terminal petroliferi del Golfo, con conseguenze devastanti sul prezzo del petrolio e sull'economia globale. In Asia-Pacifico, la competizione tra Stati Uniti e Cina si intensifica. La Cina, dopo decenni di crescita economica, sta rafforzando il proprio potenziale militare per contrastare l'accerchiamento delle basi americane nella regione, mentre Paesi come il Giappone stanno aumentando significativamente le spese militari. Questa crescente militarizzazione aumenta il rischio di conflitti, specialmente in un contesto in cui diverse potenze possiedono armi nucleari.

In questo panorama frammentato, l'idea di una ripolarizzazione del mondo in democrazie contro autocrazie è più un'illusione occidentale che una realtà concreta. Molti alleati occidentali non sono grandi democrazie, e il tentativo di ricostruire un ordine simile a quello bipolare del passato si scontra con la complessità del presente.

In un mondo così pericoloso, è fondamentale non farsi sopraffare dalla paura. Il timore può essere utile per agire con prudenza e razionalità, mentre il terrore porta a scelte irrazionali e rischiose. Per affrontare queste sfide, è necessario abbandonare la logica del conflitto e promuovere dialogo e riconciliazione, come suggerisce Papa Francesco nell’enciclica *Fratelli tutti* “Non si deve cedere a quanti preferiscono non parlare di riconciliazione perché ritengono che il conflitto ,la violenza e le fratture fanno parte del funzionamento normale.

Lunedì, 09 Dicembre 2024 | Emilia Maestri