L’ARTE DAL ’900 A OGGI UN PONTE DI SPERANZA

L’ARTE DAL ’900 A OGGI UN PONTE DI SPERANZA

L' arte contemporanea come ultimo atto di fiducia e di speranza dell’uomo del XXI secolo, in un’epoca quale quella attuale, postindustriale e digitale, caratterizzata da un lato da una sempre più drammatica tendenza all’isolamento dell’individuo e al suo sdoppiamento virtuale, dall’altro da una profonda ridiscussione delle geografie sociali e culturali.

Attraverso l'esperienza del visivo, infatti, possiamo superare una dimensione individualistica ineluttabilmente perdente, e scoprire la possibilità di uno scambio, la speranza di un dialogo, la promessa di una relazione tra gli uomini e le culture, in un rinnovato e rigenerante incontro dell’io con l’altro. Questo il tema attorno al quale si snoderà la conferenza «L’avventura. L’arte come empatia e relazione» che la professoressa Ilaria Bignotti terrà oggi alle 17.45 nell’aula magna dell’Università Cattolica nell’ambito del ciclo di incontri promosso da Accademia Cattolica Brescia. La conferenza si sviluppa in un percorso in tre sezioni: le arti visive dal dopoguerra alla fine degli anni ’60 (da Lucio Fontana a Mark Rothko, da Barnett Newman ad Anselm Kiefer), agli anni ’70 fino ai ’90 (da Marina Abramovich a Zhang Huan) ai primi passi del XXI secolo, da Bill Viola a Adrian Paci, unendo alle tracce iconografiche spunti di riflessione sui temi dell’empatia, resilienza e sui parametri di prossemica e distanza.