Programma Accademia Cattolica 2012-2013

Programma Accademia Cattolica 2012-2013

L’Accademia Cattolica di Brescia, presieduta dell'avv. Francesca Bazoli e diretta da Mons. Giacomo Canobbio, è la prima iniziativa italiana in questo campo e nasce sul modello di alcune esperienze armai decennali, quali l’Accademia di Monaco di Baviera. Si presenta alla Città nel 2010, con una lezione magistrale tenuta il 15 novembre dal vescovo di Brescia, Mons. Luciano Monari, su Fede e cultura. Dalla Separazione al dialogo.

Fin dalla sua origine l’Accademia si pone come obiettivo di stimolare riflessioni e occasioni di confronto e dialogo su tematiche attuali che hanno nella convivenza civile tra popoli con culture e religioni diverse il loro fine. A tal scopo l’Accademia, con l’ausilio del Comitato Scientifico, organizza alcuni Seminari di studio e itinerari di ricerca per giovani studiosi di varia estrazione, nel corso dei quali possano misurarsi su temi di confine tra le concezioni cristiana e laica della vita umana e della società. Nel corso dei primi due anni della sua attività ha inoltre promosso anche una serie di conferenze aperte al pubblico.

Sollecitare un confronto pacato soprattutto là dove le posizioni sembrano notevolmente distanti. L'intento è dare vita a una dialettica non sterile, ma fondata sulle fecondità dello scambio e sulla ricerca comune. Si pensa, in tal modo, di offrire un contributo per elevare la consapevolezza critica dei partecipanti, con l’apporto di personalità di riconosciuta competenza internazionale. Ai Seminari prendono parte giovani dottori, dottorandi e laureati, guidati da un Tutor.

Religioni e Convivenza Civile è il tema che Comitato Scientifico ha scelto di sviluppare durante i primi tre anni.

Nel corso del primo anno di attività (2010-2011), a partire da un approfondimento di tale rapporto nelle religioni monoteiste – cristianesimo, ebraismo, islam –, si sono confrontati alcuni modelli presenti nei paesi occidentali (Canada, USA, Francia, Italia). Si è poi passati allo studio dei problemi che si pongono in relazione alla libertà religiosa (nel contesto dei diritti fondamentali stabiliti della Convenzione europea dei diritti dell’uomo), per considerare infine l’esperienza di integrazione dei cittadini turchi in Germania.

Nel corso dell’anno 2011-2012 l’attenzione si è focalizzata sulle interpretazioni teoriche del rapporto tra religioni e convivenza civile, con particolare riferimento al confronto tra la posizione di J. Habermas con alcuni pensatori quali C. Taylor, J. Ratzinger e J. Rawls. Particolare rilievo ha avuto la lectio magistralis tenuta giovedì 28 aprile 2012 dal cardinale Walter Kasper su Crisi e futuro della Chiesa.

Il card. Kasper, partendo dalle considerazioni teologiche proposte nel recente volume Chiesa cattolica. Essenza – Realtà – Missione (BTC 157, Queriniana, Brescia 2012), ha sviluppato la propria riflessione soffermandosi sulla situazione della Chiesa nel tempo presente. Si profila così una narrazione che delinea alcuni fondamentali snodi problematici presenti nella vita della Chiesa oggi.

Per Kasper siamo innegabilmente di fronte a una crisi della Chiesa, soprattutto nell’Europa occidentale, crisi che genera in molti cristiani inquietudine e domande sul futuro della Chiesa stessa. "Si può rispondere a questa domanda - nota il cardinale - solo se si esaminano prima le cause di questa situazione. Tali cause sono pluristratificate". Alcune sono legate a singole contingenze storiche, a certi stili di gestione del potere, come pure ai recenti "scandalosi abusi" legati alla pedofilia. Al fondo però sta un problema culturale e di mentalità, ben più profondo e complessivo.

Un'epoca della storia dell'umanità e, dentro essa, pure della storia della Chiesa sta per terminare; eppure fatica a farlo. Forse, anche perché non sono "già chiaramente visibili nuovi orizzonti in cui essa continuerà ad andare avanti. Ciò rende comprensibilmente ansiosi". Non è più tempo per nostalgie di una Chiesa di Stato. Molti nella Chiesa, specie i laici, si sentono abbandonati e faticano a comprendere cosa dovrebbero fare. E di fronte a tale domanda - nota Kasper - il "ministero ecclesiale non è finora riuscito a sviluppare una convincente prospettiva".

La prospettiva dentro cui Kasper colloca la propria riflessione è, per così dire, circolare; un reciproco interrogarsi tra storia e teologia. La teologia e il ministero ecclesiale non si pongono così senza senso critico nei confronti di ciò che nella storia nasce. Ma a sua volta è la storia a porsi criticamente di fronte alla Chiesa, perché veda - oltre quello che sta "morendo" - ciò che si profila ed è da costruire, interpretando in modo creativo le attese di futuro delle donne e degli uomini contemporanei.

Ma come procedere in questa direzione? Cosa è possibile dire? Un dato certo per Kasper è che una bussola ci è data ed è ancora tutta da utilizzare: il concilio Vaticano II e i suoi documenti, che si pone di fronte ai cristiani con valenza di metodo: "Il concilio Vaticano II ha ripreso le conoscenze donateci dallo Spirito di Dio e ha avviato un rinnovamento alla luce delle fonti. Esso ha riscoperto la Chiesa come popolo di Dio e come communio e ha evidenziato di nuovo la corresponsabilità dei laici. Ha posto fine ad alcune riduzioni storicamente condizionate e le ha riportate alla loro ampiezza cattolica".

La Chiesa dopo il concilio, per Kasper, non è “il deserto spirituale” che alcuni immaginano; essa è giovane e vitale, in ogni caso più vitale di quanto i suoi critici e detrattori pensano. Occorre riprendere il dinamismo del concilio, inceppatosi per tanti motivi. Tale ri-partire è necessario in una situazione che dal periodo immediatamente postconciliare in poi, cioè dagli anni settanta, è profondamente cambiata. Le richieste di riforme istituzionali non bastano più da sole a far fronte alla nuova problematica situazione sociale e culturale e, soprattutto, alla crisi del modello di Dio e della pratica della fede da allora divenuta manifesta. Dobbiamo scavare più a fondo. Una nuova partenza è possibile solo se, in modo simile a come è accaduto per il movimento che condusse al Vaticano II, concorrono insieme tre cose: un rinnovamento spirituale alimentato dalle fonti, una solida riflessione teologica e una mentalità ecclesiale.

Nel corso del terzo anno (2012-2013) il dibattito vuole concentrarsi sull’elaborazione di un possibile modello di convivenza per la nostra Città. La scelta dei temi che si intendono sviluppare è stata dettata della convinzione che in Italia, come in generale nei Paesi occidentali, si sta profilando una trasformazione epocale, nella quale l’incontro tra religioni ha un ruolo determinante per la costruzione di una convivenza pacifica tra culture differenti.

In linea generale si può osservare che le proposte teoriche elaborate dai pensatori considerati durante l’anno 2011-2012 (Habermas, Taylor, Ratzinger, Rawls) non sembrano ancora in grado di modellare i rapporti effettivi tra appartenenti a diverse religioni; né si può immaginare che lo possano essere: le trasformazioni di mentalità non avvengono per il semplice fatto della pubblicazione di un’opera, per quanto autorevole essa sia.

Pertanto si propone un programma per il prossimo anno che implichi un quadro teorico di riferimento, un’osservazione della realtà, una considerazione dei tentativi compiuti e, soprattutto, abbia il coraggio di osare un possibile modello di Città da proporre alla discussione pubblica.

Per la costruzione del modello si intende procedere su tre versanti:

  1. Una serie di tre incontri pubblici, nel corso dei quali riflettere in linea generale su Il futuro del rapporto tra religioni e politica. (Vedi primo documento allegato)
  2. Ad essi seguirà un seminario pubblico su Pace tra le religioni? Prospettive a confronto, durante il quale un filosofo, un teologo, un teorico della politica e un economista interloquiscono tra loro sulla base di un questionario preparato dall’Accademia, relativo a un possibile modello di convivenza pacifica tra appartenenti a religioni differenti. Tale incontro intende essere uno dei momenti qualificanti l'attività del prossimo anno. (Vedi primo documento allegato)
  3. Il punto forse più ambizioso delle attività previste per il 2012-2013 è tuttavia il ciclo di otto Seminari, riservato a un gruppo di giovani Borsisti, volto a definire Un possibile modello di città multiculturale e multireligiosa per Brescia. A tale fine si è costituita un'équipe interdisciplinare di lavoro, composta da studiosi aventi formazioni differenti. Il gruppo di lavoro, coordinato da Rodolfo Rossi (Tutor dell'Accademia Cattolica) e da Maurizio Tira (Professore di Urbanistica nell'Università degli Studi di Brescia), vede convergere quanti hanno seguito negli scorsi anni i Seminari dell'Accademia (e che rappresentano la componente in senso lato "umanistico", ma con significative differenze di formazione, competenze e sensibilità) e un nucleo di giovani studiosi provenienti da percorsi più propriamente "tecnici", con specifica attenzione all'ambito urbanistico. I relativi profili saranno a breve disponibili sul rinnovato sito internet dell'Accademia (www.accademiacattolicadibrescia.it). Il risultato finale vorrebbe essere la proposta di un possibile modello di città (urbs) nel quale la convivenza tra appartenenti a diverse religioni possa essere costruita con il contributo di tutti. Non si tratta ovviamente solo di strade e abitazioni, ma di una effettiva civitas. Queste riflessioni con genesi di proposte concrete potrebbero essere un modo per offrire ai cittadini di Brescia (e non solo) alcuni criteri per le scelte future. (Vedi secondo documento allegato)