Laura Palazzani - Legislazione ed etica in rapporto alla vita umana

Relatore Laura Palazzani, professore ordinario di Filosofia del Diritto, Università di Roma LUMSA

La tematica affrontata dalla prof.ssa Laura Palazzani verte sul rapporto tra legislazione ed etica. La bioetica può esimersi dalla relazione con il diritto? L’etica può calarsi nella realtà senza confrontarsi con la legislazione e con la politica? Tutto ciò che è tecnologicamente possibile è anche eticamente lecito?

Nel dibattito internazionale vi è una minoranza che sostiene che questo tipo di tematiche debbano essere affrontate in sede etica senza che vi sia un interessamento del diritto, ma ciò andrebbe nella direzione di un far west senza regole. Abbiamo, invece, urgenza di regole soprattutto nel rapporto tra pratiche biomediche e nuove tecnologie. Constatiamo un cronico ritardo delle regole, determinato dalle diverse velocità su cui scorrono i binari della legislazione e dell’etica. La tecnologia si evolve molto più rapidamente di quanto non faccia il diritto, che ha bisogno di dialogo, riflessione e mediazione, in più sedi. Emerge, inoltre, uno strutturale problema di fondo: non si può legiferare su ciò che non si conosce, per esempio, non si possono regolare le tecnologie riproduttive se non si acquisiscono nozioni ed esperienza in merito alle tecnologie riproduttive. 

Non solo le regole arrivano in ritardo, ma riscontriamo anche una mancanza di categorie che aiutino a formulare tali regole. Il principale problema di fondo resta quello della pluralità dell’etica che si basa, semplificandolo ai minimi termini, sulla contrapposizione tra chi ritiene che la vita sia disponibile (principio dell’autonomia) e chi pensa che la vita sia un bene indisponibile (principio della dignità).

Una terza via, difficile e potenzialmente insoddisfacente per entrambi i poli, è quella della mediazione, ovvero il concentrarsi sul consenso per intersezione, trovando i punti etici minimi per procedere su una legge condivisa. 

Nel caso della legge 40/2004, relativa alla procreazione medicalmente assistita, il cui primo caso è registrato in Inghilterra nel 1978, si è provveduto, dopo la scrittura delle norme, a continue modifiche, talvolta imposte dalla Corte costituzionale, per far sì che il diritto potesse rispondere alle casistiche che, di volta in volta, si presentavano nella realtà.

Anche per quanto concerne il fine vita, le forze in causa e le conseguenti dinamiche sono complesse. Finché si parla di scelte di pazienti inguaribili che coscientemente rinunciano a un trattamento sanitario salvavita ma invasivo, il diritto riesce a dare risposte, ma solo dopo essersi confrontato con dilemmi etici singolari e complessi, come il caso Welby e il caso Englaro. Altre casistiche, soprattutto quelle di chi non è tenuto in vita da un trattamento o da strumentazioni sanitarie, destano ancora molte domande a cui il diritto non riesce a dare una risposta univoca.

È importante rilevare che la legge può offrire principi di carattere generale, ma la vita poi solleva sempre casi imprevedibili, che la legge non contempla. Questi non devono, tuttavia, diventare strumento per dichiarare non valida una legge. 

Per quanto concerne le nuove tecnologie, sarebbe interessante riflettere sulla possibilità di una forma etica già presente nella tecnologia che si va a costruire, un’ethics by design. Ciò non si baserebbe su un diritto che impone a posteriori, ma sulla possibilità di costruire fini etici contemporaneamente al sorgere di strumenti e processi biomedici. Questo approccio presupporrebbe una formazione etica dei tecnici che gestiscono le nuove tecnologie, per esempio, se vogliamo prevedere che vi sia un controllo umano sull’intelligenza artificiale, si andranno a progettare intelligenze artificiali, tenendo presente tale principio.

Un’altra grande opportunità per il futuro sarà la possibilità di portare i grandi temi riguardanti biodiritto ed etica in sede di dibattito pubblico. Ognuno di noi ha o avrà a che fare nella vita con scelte che ineriscono il campo delle nuove tecnologie in ambito biomedico e l’informazione sui pro e sui contro potrebbe sorgere già nelle scuole e nelle università, così da procedere verso scelte il più possibile consapevoli, libere e condivise.

Bibliografia:

  • Palazzani L., Biogiuridica, Giappichelli, Torino 2021
  • Palazzani L., Compendio di Bioetica, Scholé, Brescia 2023

Mercoledì, 08 Febbraio 2023 | Aurora Ghiroldi