Identità minacciata o ritrovata? Dagli stati nazionali all’Europa: una nuova forma di cittadinanza

Relatore Léonce Bekemans

Nel corso della sua storia, l'Europa si è sempre dimostrata un'entità dinamica con identità multiple e varie forme di cooperazione. Oggi essa è un modello di sviluppo economico e sociale che cerca il suo ruolo nel complesso e frammentato ordine mondiale tra tensioni interne ed esterne. L'Europa non è mai stata così necessaria e così in crisi. Inoltre, lo Stato nazionale non è più l'attore esclusivo nelle relazioni internazionali ed è spesso in competizione con varie organizzazioni intergovernative e non-governative a diversi livelli. Nel frattempo il potere è stato globalizzato.

Con il Trattato di Maastricht (1992) è stata introdotta la cittadinanza "europea" che non sostituisce la cittadinanza nazionale, ma mira a rafforzare l'identità europea e a favorire la partecipazione dei cittadini. È un valore aggiunto che non annulla le diversità. Di conseguenza il concetto classico di cittadinanza è mutato non essendo più legato a un territorio. Come già aveva sostenuto Paul Valéry l’Europa è anzitutto un’idea. È sorretta da uno spirito che ha avuto come riferimenti essenziali Roma, Atene, Gerusalemme e si è configurato come umanesimo. Come personaggi ispiratori dell’unità possiamo indicare San Benedetto e Carlo Magno, Cirillo e Metodio. Fra i passi importanti della sua costituzione in quanto comunità non possiamo dimenticare il trattato di Roma del 1957. Oggi è evidente l’attuazione del modello socio-economico, ma non dobbiamo ignorare il peso di valori come quello della libertà, della solidarietà, della protezione dell’ambiente e dell’arte. Vaclaw Havel ha visto nell’Europa una vocazione che agisce più ispirando che imponendo.

Il cammino dagli stati nazionali di tre o due secoli fa ad oggi è stato notevole: allora la sovranità era esclusiva non riconoscendo poteri al di sopra e discriminando chi non poteva far valere lo ius sanguinis o ius soli. Ora si tratta di riconoscere una nuova forma di cittadinanza che include le diversità. Essa implica la formulazione di uno status giuridico, politico e sociale nuovo. Dall’elezione del parlamento europeo (1974) al trattato di Maastricht a quello di Lisbona si è assistito a una crescente definizione dei diritti spettanti ai cittadini europei. La globalizzazione è una sfida alla quale si può rispondere solo col rafforzamento del senso di appartenenza all’Europa e con l’educazione alla cittadinanza.

Bibliografia:

Hendrik Brugmans, Les origines de la civilisation européenne, Paris 1958

Léonce Bekemans, Globalisation vs. Europeanisation. A human-centric Interaction, Brussels, Peter Lang 2013.

Mercoledì, 04 Dicembre 2019 | Francesco Tomasoni