Enrico Fassi - Restare italiani in un mondo senza confini

Relatore Enrico Fassi

La riflessione qui proposta si focalizza sul nesso tra identità nazionale e dimensione internazionale della politica, soffermandosi su tre aspetti principali: il concetto di identità, l’evoluzione dell’identità dell’Italia in rapporto ai mutamenti dell’ordine liberale occidentale, le attuali sfide.

Nella prospettiva internazionalistica dei rapporti tra Stati-nazione il concetto d’identità nazionale permette una comprensione più dinamica e più complessa dei fenomeni di politica internazionale rispetto al concetto di interesse nazionale, più riduttivo e statico. La nozione di identità implicando aspetti ideali e immateriali chiama in causa la relazionalità. L’appartenenza alle grandi istituzioni non viene sperimentata direttamente, ma solo attraverso l’immaginazione. Alla costituzione dell’identità nazionale contribuiscono molti fattori, fra cui una lingua, una scuola, una tecnologia.

L’evoluzione dell’identità del nostro Paese è avvenuta all’interno di un ampio contesto rappresentato da quello che viene definito Ordine Liberale, ovvero quell’ordine internazionale a guida statunitense nato all’indomani della Seconda guerra mondiale e fondato sulla condivisione, a livello globale e in particolare in Occidente, di una serie di istituzioni e valori. Tra questi, spiccano in particolare il carattere democratico degli Stati che lo compongono e un peculiare equilibrio nei rapporti tra dimensione politica e dimensione economica della vita associata (il Mercato). Questo ordine ha rappresentato il cosiddetto Occidente rispetto al blocco sovietico. In questo mondo bipolare l’Italia aveva una posizione strategica essendo quasi al confine fra le due sfere di influenza.

La situazione globale ha subito una profonda trasformazione a partire dal 1989 con il crollo del blocco sovietico. Inizialmente l’egemonia incontrastata degli Stati Uniti e del mondo occidentale ha comportato una spinta all’espansione del proprio modello economico. Si è posto però il problema: esportare anche i valori occidentali e i modelli di vita politica? E questo con la forza? Negli ultimi venti anni sono però venute alla ribalta le economie emergenti che hanno progressivamente superato molte economie occidentali. In queste la globalizzazione ha indebolito la classe media che sosteneva la democrazia di mercato. Così i principi antitetici dell’uguaglianza democratica e della competizione economica hanno finito per scontrarsi e mettere in crisi l’equilibrio complessivo. Inoltre i tentativi di esportazione della democrazia hanno avuto esiti deludenti. Si possono individuare tre fattori in grado di erodere il carattere liberale dell’ordine: l’aumento delle disuguaglianze per effetto della globalizzazione, l’affaticamento e la “crisi di fiducia” delle democrazie occidentali, e le sfide poste dalle migrazioni, in particolare, all’Unione Europea. In questo contesto l’identità nazionale dell’Italia è chiamata a rimodularsi in relazione all’Europa, al mondo occidentale, al Mediterraneo. Essa ha di fronte una sfida alla quale può rispondere solo se rimane aperta, dinamica, relazionale.

Bibliografia:
Enrico Fassi, L’unione europea e la promozione della democrazia, Milano, Vita e Pensiero 2017.

Mercoledì, 08 Gennaio 2020 | Francesco Tomasoni