Alberto Ferlenga - Gli spazi del sacro

Relatore Alberto Ferlenga

“il punto di partenza dovrebbe essere il tempio, il culto, altrimenti l’architettura è condannata a rimanere sempre e soltanto una cosa di second’ordine”

  1. Benn, Pietra, verso, flauto

La nascita dell’architettura come arte codificata, in trattati o manuali, e poi nella pratica, vede nello spazio sacro un punto fondamentale di partenza e l’ambito in cui essa raggiunge i punti più alti del suo operare. Ciò avviene sia che l’architettura declini in modo specifico il tema del sacro, in templi, chiese, moschee, sinagoghe, ecc.: da Ictino, all’Alberti, da Sinan all’Antonelli, e sia che, come accade con Palladio, moltiplichi il valore simbolico di edifici civili come ville o case signorili, attraverso l’utilizzo traslato degli elementi tipici dell’architettura sacra. L’architettura ha, infatti, tra le sue prerogative quella di generare straordinarietà componendo forme semplici o di riusare edifici esistenti per rinnovarne la sacralità perduta o per farla scaturire ex-novo. Se consideriamo, infatti, la storia dell’edificio religioso vediamo come arrivi alla stabilizzazione di una tipologia specifica attraverso continui riusi di tipologie pre-esistenti. Avviene per le chiese, innestate nei templi dei riti che le hanno precedute, come accade in Nord-Africa e in Asia Minore ma anche in Italia, dove gli edifici religiosi instaurano spesso dialoghi con spazialità antiche ormai in rovina, tema, questo, portato al massimo livello da Michelangelo nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma ricavata dalle rovine delle terme di Diocleziano o nel Duomo di Siracusa che ingloba in sé il tempio greco di Artemide, ma anche nella grande moschea di Damasco ricavata nel tempio di Giove.

D’altra parte, questo tema, se consideriamo la storia specifica delle chiese cristiane, si incrocia con la declinazione sublimata di quello più comune in architettura, la casa con le sue domestiche ritualità.

Nella prima parte della lezione verrà affrontato il rapporto particolare tra architettura e spazio sacro e, dentro ad esso, i temi del riuso e dell’uso sublimato di forme elementari. Nella seconda parte verranno, poi, prese in considerazione tre figure di architetti europei che nel Novecento hanno dato un particolare apporto, sia in termini teorici che pratici, al tema della “sacralità”, nello spazio religioso e in quello urbano: Joze Plecnik, (Slovenia) Rudolf Schwarz (Germania) e Dom Hans van der Laan (Olanda).

alberto ferlenga

Mercoledì, 24 Marzo 2021 | Luigi Voltolini