Desiderio, legge, riconoscimento in Franz Kafka

Relatore: Gabrio Forti

La combinazione dei tre termini offre un piano “sistemico” di lettura dell’opera kafkiana e forse una chiave per accedere ad almeno uno dei suoi innumerevoli penetrali. È noto che Kafka fece ricorso alle parabole, ma forse si può dire che tutta la sua produzione è una grande parabola sulla impossibilità moderna (e tardo-moderna) del desiderio, sull’incapacità di attingere non solo l’aldilà, ma anche e prima ancora l’”al-­di-qua”, l’esperienza terrena: ci si sente esclusi dall’immanente, che è vissuto come trascendente o addirittura come “il” Trascendente.

Gregorio Gitti – Il rapporto tra desiderio e diritto

Relatore: Gregorio Gitti

Come tale, il desiderio non appartiene alla sfera del diritto. Tuttavia il diritto è un metalinguaggio che filtra la realtà. In questa azione quello che più chiaramente compare è il motivo che talvolta può diventare giuridicamente rilevante, come nel caso contemplato dall’art. 1345 del Codice Civile, quando in un contratto il motivo condiviso dai contraenti è illegittimo. Questa fattispecie apre una finestra sull’importanza del motivo come motore effettivo dei contraenti.

Formazione del soggetto e terapia del desiderio. Attualità della filosofia antica?

Relatore: Salvatore Natoli

Il desiderio è metamorfosi della potenza. Questa non è mai ferma: o si espande o decresce. Parlando di Dio Spinoza afferma: «posse existere potentia est». L’esistenza dipende dalla potenza, da quella che Aristotele chiama e)ne/rgeia e Spinoza conatus. A questo concetto si ispirano anche Leibniz con le monadi come centri di forza e Freud con la libido.