Daniele Menozzi: Il percorso che ha portato alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo
Si conclude il ciclo di incontri promossi dall'Accademia Cattolica di Brescia nell'anno 2013-2014. Al centro è ancora il tema dell'umano. Dopo il confronto con i rappresentanti delle differenti religioni su come si possa costruire un nuovo umanesimo, il Prof. Daniele Menozzi terrà una lezione sul percorso che ha portato la chiesa cattolica al riconoscimento pieno dei diritti dell'uomo. Che il passaggio non sia stato semplice per la chiesa, tanto in termini speculativi che relativamente all'itinerario storico che essa ha dovuto compiere nel suo cimento con quella che viene chiamata la "Modernità", è indicato dal fatto che dire "diritti dell'uomo" significa immediatamente rinviare alla Rivoluzione francese. Evento traumatico che nell'immaginario cattolico a lungo è stato visto come un flagello, in linea di derivazione diretta con la Riforma avviata da Lutero nel Cinquecento.
Arrivare a un tale riconoscimento ha significato per il cattolicesimo, tra le altre cose, fare i conti fino in fondo con il senso della storia e l'intrinseca storicità che connota la vicenda della chiesa tra gli uomini. Questo ha portato altresì a ripensare completamente il modo con cui la chiesa pensa e vede se stessa. Il lungo itinerario storico, idealmente avviato dalla Rivoluzione del 1789, passa così per il Sillabo di Pio IX (1864) e ha il suo punto di non ritorno nel decisivo evento del concilio Vaticano II (1962-1965). Sugli snodi problematici propri di questo percorso richiamerà l'attenzione da par suo il Professor Daniele Menozzi.
"Nell’opinione pubblica odierna l’atteggiamento della chiesa cattolica verso i diritti umani viene presentato in maniera contrapposta: per alcuni essa costituisce una delle istituzioni più impegnate nella loro promozione a livello planetario; per altri rappresenta un ostacolo alla loro diffusione. Per comprendere tale dicotomica rappresentazione è necessario ricollocare nella storia la posizione cattolica sulla questione. Netta è l'opposizione di Roma alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e del cittadino proclamata dalla Rivoluzione francese nel 1789. Tale atteggiamento si precisa durante il pontificato di Leone XIII che, pur respingendo i diritti dell'uomo come base della convivenza politica e civile, proclama che esistono alcuni diritti naturali sul piano economico e sociale validi sempre ed in ogni luogo. Viene poi approfondito durante l'età dei totalitarismi, con la definizione dei diritti della persona che lo stato non può creare o cancellare, ma solo tutelare. Culmina, dopo le reticenze e i silenzi del pontificato pacelliano, con la Pacem in terris di Giovanni XXIII (1963), che manifesta il sostegno della chiesa alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo proclamata dalle Nazioni Unite nel dicembre 1948. Tuttavia, a partire dal pontificato di Paolo VI si apre un nuovo orizzonte: quale rapporto hanno i diritti umani, in particolare quelli di “terza generazione” con la legge naturale di cui la chiesa si proclama l'unica autentica custode ed interprete? Lo spazio attribuito alla legge naturale a scapito dei diritti umani viene via via dilatato dai successori."
Caratteristiche dell'evento
Inizio evento | Sabato 31 Maggio 2014 | 9:15 |
Luogo | Sede Accademia Cattolica |