Dalla storia dei potenti alla storia dei popoli: nuovi soggetti, nuove identità

Dalla storia dei potenti alla storia dei popoli: nuovi soggetti, nuove identità

Relatore: Prof. Agostino Giovagnoli
Prosegue il ciclo degli incontri promossi dall'Accademia cattolica sul tema: Verso quale umanesimo? La disciplina di cui ci si occupa nel corso del terzo incontro è la storia. Il relatore è il Prof. Agostino Giovagnoli, che tratterà del tema: "Dalla storia dei potenti alla storia dei popoli: nuovi soggetti, nuove identità". La storia è finita? Lo si potrebbe pensare e non solo sulla spinta di uno slogan fortunato – ma anche arrischiato – coniato subito dopo la caduta del muro di Berlino per esprimere la certezza di una vittoria definitiva dell’Occidente, dei suoi valori e dei suoi modelli, evidenziato dalle rovine prodotte dal comunismo. Quanto sta avvenendo oggi sotto i nostri occhi mostra che quella certezza esprimeva un’illusione e che dopo il 1989 molti eventi hanno smentito l’idea di una vittoria dell’Occidente. Un motivo più profondo e più decisivo per parlare di fine della storia è invece costituito dallo smarrimento che sembra aver colpito il filo o i fili conduttori in grado di dare senso alla Storia. Non si tratta solo dei fili intessuti dal marxismo – la lotta di classe, la crisi del capitalismo, la rivoluzione proletaria ecc. – ma anche di quelli annodati intorno all’idea di progresso – la storia come progresso della civiltà, delle scienze e della tecnologia, del capitalismo e dello sviluppo industriale, della modernità o della modernizzazione ecc. – che apparivano molto convincenti fino a pochi decenni fa.

Lo smarrimento di senso della Storia esprime la crisi profonda o, meglio, il tramonto della “storia universale”, una chiave di conoscenza della realtà nata nel contesto della cultura greca, sviluppata nell’ambito del pensiero cristiano e recepita anche dalla cultura laico-illuministica europea degli ultimi secoli. In quest’ultima versione essa si è saldata sempre più strettamente ad un approccio eurocentrico che ha esaltato in chiave universalistica un processo, indubbiamente molto importante ma circoscritto: quello della modernità europea, radicata in sviluppi prevalentemente collocati nelle aree settentrionali del continente europeo a partire dal XVII secolo. E’ ciò che Max Weber ha definito “spirito del capitalismo” e Fernand Braudel “civiltà capitalistica”. Pur molto importante, tale processo non ha natura universale e non è stato in grado di assicurare all’Europa in modo definitivo la sua supremazia sul resto del mondo.

Negli ultimi decenni, sono stati molti i tentativi di superare una storia che si pretende universale ma che è in realtà eurocentrica. Molti però hanno rivelato limiti insuperabili, evidenziando la difficoltà dell’impresa. Uno dei più riusciti è quello rappresentato dalla world history, corrente storiografica che respinge sia l’eurocentrismo/ occidentalismo sia il monopolio tradizionalmente esercitato nel campo degli studi storici dalla categoria dello Stato-nazione. Opponendosi alla visione eurocentrica tradizionale, tale corrente cerca di prendere in considerazione qualunque vicenda storica senza assumere in modo esclusivo o prioritario civiltà o spazi geografici specifici. Alcune tematiche molto ricorrenti nella world history sono: fluttuazioni economiche, commerci a lunga distanza, espansione di imperi, diffusione di religioni, trasferimenti di tecnologia, cambiamenti climatici, diffusione di malattie infettive, migrazioni di popoli. «In sintesi, il passato globale del nostro presente globale».

A. Giovagnoli (Roma, 1952) è ordinario di Storia contemporanea dal 1987 e dal 1993 insegna presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Si è occupato dei rapporti tra Stato e Chiesa, di storia del Risorgimento italiano e dell' Italia repubblicana, di storia della Chiesa nel XIX e XX secolo, di storia delle relazioni internazionali. Fra le sue opere: Il partito italiano. La Democrazia cristiana dal 1942 al 1944, Laterza, Roma-Bari 1996, Roma e Pechino. La svolta extraeuropea di Benedetto XV, Studium, Roma 1999, Storia e globalizzazione, Laterza, Roma-Bari 2003; Il caso Moro. Una tragedia repubblicana, Il Mulino, Bologna 2005, Chiesa e democrazia. La lezione di Pietro Scoppola, Il Mulino, Bologna 2011.

Caratteristiche dell'evento

Inizio evento Mercoledì 25 Novembre 2015 | 18:00
Luogo Sede Accademia Cattolica