VERSO UN NUOVO
ORDINE MONDIALE?
Dal 9 ottobre 2024 al 28 maggio 2025
È diventato abituale dire che stiamo vivendo un cambiamento d’epoca. La notazione ondivisa nasce dal percepire che i paradigmi sociali, tecnologici e politici ai quali eravamo abituati non reggono più: le trasformazioni in atto in tutti i settori della vita sociale sono sorprendenti; per questo creano timori e nello stesso tempo speranze. Timori perché si pensa di non riuscire a controllare quanto la tecnica rende possibile: si pensi alle Intelligenze Artificiali, che sembrano diventare il sostituto dell’intelligenza umana e non solo il suo ausilio; alle pratiche del cyborg che denotano la convinzione di contribuire a una nuova fase dell’evoluzione biologica. Nell’uno e nell’altro caso si teme di giungere a una trasformazione dell’umano mai immaginata prima. I timori sono accompagnati dalla constatazione che questi strumenti tecnici, frutto indiscutibile dell’intelligenza umana, sono nelle mani di alcuni poteri forti che potrebbero diventare i nuovi signori del mondo, incontrollabili non solo dalle singole persone, ma pure dai poteri politici. Questi, in effetti, da tempo hanno perso la forza propulsiva e immaginativa necessaria per delineare un futuro di pace e di giustizia per l’umanità, anche perché si riduce il numero dei cittadini che si ritengono – anche solo mediante le elezioni – partecipi della costruzione del bene comune. Perfino le religioni storiche, considerate a lungo custodi di valori condivisi, a molti appaiono impotenti a svolgere il compito loro riconosciuto di “maestre di umanità”. Le risorgenti contrapposizioni tra gruppi umani, ammantate a volte di motivi religiosi, stanno spingendo le religioni ai margini della vita sociale e, nello stesso tempo, rinfocolando violenze che si pensava fossero relegate nei tempi bui della storia recente. Quanto alle arti, specchio e principio di trasformazione del mondo, se, per un verso, continuano ad attirare, per un altro, sembrano alla faticosa ricerca di nuovi paradigmi espressivi, capaci di tenere viva la speranza di una società migliore.
A uno sguardo globale, pare che l’ordine mondiale, forse un po’ mitizzato, al quale ci si era assuefatti, si stia sfaldando e non si riesce a vedere quale nuovo ordine si stia preparando.
Speranze perché si aprono all’umanità possibilità di nuove conquiste finalizzate a migliorare le condizioni di vita delle persone: la medicina potrà avvalersi di nuovi strumenti per curare malattie finora incurabili; la comunicazione tra le persone potrà essere ulteriormente facilitata; gli stravolgimenti impressi agli equilibri naturali potranno essere - almeno parzialmente - mitigati.
La storia ci fa conoscere altri passaggi d’epoca. Anche questi avevano suscitato timori e speranze. Di suddetti passaggi noi siamo debitori e da essi si può imparare a riprendere fiducia: il nuovo mondo che, non senza turbolenze, essi hanno generato e del quale noi abbiamo goduto, può tramontare, ma noi possiamo diventare protagonisti reativi di un mondo rinnovato. Farsi abitare da un senso di decadimento non è solo un’operazione antistorica, ma pure autoprivazione di energie per preparare il futuro. Stiamo sicuramente vivendo un passaggio d’epoca. Si tratta però di una opportunità da non lasciar perdere consumando energie in rimpianti o in nostalgie. Il libro che ha modellato buona parte della cultura occidentale, la Bibbia, è tutto intriso di speranza. In esso lo sguardo rivolto al passato è finalizzato a imparare come si possa costruire il futuro, che richiede fiduciosa responsabilità: la nuova umanità nasce dalla speranza, non dalle paure.
Lezioni interattive guidate
RESPONSABILE SCIENTIFICO
Prof. Mons. Giacomo Canobbio
Direttore Scientifico Accademia Cattolica
Marco Pellegrini - Cambiamento d’epoca: declino o nuovo inizio?
Mercoledì 9 Ottobre vi aspettiamo alle 18:00, in Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, via Trieste 17, Brescia, per la conferenza dal titolo “Cambiamento d’epoca: declino o nuovo inizio? ”, relatore Marco Pellegrini, Professore Ordinario di Storia moderna e di Storia rinascimentale Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione Università degli Studi di Bergamo
Attingendo a una pluridecennale esperienza di studi specialistici nel settore, il prof. Pellegrini rievocherà il passaggio d'epoca tra Medioevo e Rinascimento per tracciare uno (o molti) possibili parallelismi con la nostra situazione attuale.
Verrà anzitutto chiarito che il concetto di "svolta" è un'acquisizione tipicamente occidentale, frutto di un incrocio per nulla ovvio tra visione ellenistica e profetismo ebraico-cristiano. Proprio la carica profetica, rendendo inaccettabile e anzi inconcepibile qualsiasi sentimento di rassegnazione davanti all'impermanenza, è stata all'origine di una nozione positiva di cambiamento storico come apertura al Bene, una disposizione d'animo poi ereditata anche da molte filosofie della storia di carattere post-cristiano (oggi in crisi ma non morte).
Organicamente collegata al profetismo è l'attitudine visionaria, che nel rafforzare la disposizione della mente a immaginare futuri possibili (come si può constatare, per esempio, nell'utopia) ha contribuito grandemente a stimolare la creatività. Di essa si nutre lo spirito della modernità, per il quale è irrinunciabile la continua auto-riforma (individuale e collettiva) come antidoto alla sclerotizzazione. Anche questa visione è oggi in crisi, ma non è morta: prevedibilmente, risorgerà.
La creatività è una virtù che viene continuamente invocata al giorno d'oggi come toccasana per i mali del presente: paradossalmente, la invocano più insistentemente proprio quelle agenzie burocratiche che lavorano per ucciderla.
Ma la creatività, che è espressione dello spirito adattativo ed evolutivo della persona umana davanti alle situazioni estreme, saprà sempre prevalere sugli ostacoli. E come nel Rinascimento, lo farà nel modo ad essa consueto: ossia in un modo impensato, eppure già noto.